DesignIL NEGOZIO BEN ILLUMINATO

IL NEGOZIO BEN ILLUMINATO

Uno dei principali sintomi della mancanza di cultura nell’arte dell’accoglienza da parte di un ristoratore risiede negli abbagliamenti a tavola. Troppo spesso sembra essere preso in scarsissima considerazione, mentre si progetta un ristorante, l’impatto che l’illuminazione ha sui tavoli. Questo è alquanto strano, visto che il 100% dei ristoratori, a domanda risponderebbe di non voler mettere a disagio i propri clienti.

“Ah, e mi raccomando, Architetto… Il negozio dev’essere ben illuminato!”

Quante volte ci è capitato di sentire questa frase, di solito verso la fine delle riunioni fiume di progetto dove, “sfortunatamente”, l’illuminazione era l’ultimo bullet point dopo una serie infinita di punti precedenti.

E, sempre “sfortunatamente”, il tema veniva liquidato con questa frase per mancanza di tempo ulteriore. sminuendo ancor di più quello che, invece, è uno dei punti fondamentali della costruzione di una shopping experience di livello: il progetto di lighting design.

Per fortuna il mondo si evolve, e con lui anche gli studi professionali. Ancora oggi però, nonostante in ambito retail tutti i meeting strategici ruotino intorno alla definizione della migliore “customer experience”, sono ancora tante, troppe, le realtà imprenditoriali che sottovalutano l’argomento luce artificiale.

Un bel controsenso, visto che proprio la luce artificiale è l’unico strumento che al calar del sole, e ovviamente in spazi chiusi, ci permette di vivere le nostre abitudini così come le viviamo.

Per un lighting designer è veramente difficile capire perché venga così spesso sottovalutato lo stimolo della percezione visiva quando si tratta di commercializzare un prodotto. E’ come dire: voglio influenzare un individuo allo scopo di acquistare il mio prodotto, ma senza prendere in considerazione quello che davvero lo può influenzare.

Illuminare un punto vendita non è una banalità. Bisogna far confluire nella percezione di un individuo, ovviamente soggettiva, il bello, il comfort dell’ambiente, il valore del marchio, l’affidabilità, le sfumature di prodotto. Sicuramente è importante valutare gli strumenti tecnici (prodotti) adeguati, il design, le tecnologie, ma è ancora più importante partire da un processo progettuale qualitativo che considera molteplici parametri.che il concetto dietro a “l’utilizzo di un faro per illuminare la porzione opposta dell’ambiente”, molto in voga tra gli autodidatti, risulta essere poi veramente deleterio per creare un’atmosfera conviviale. In qualsiasi situazione o luogo è fastidioso dover stringere gli occhi per non compromettere la propria capacità visiva, e soprattutto a tavola è una delle sensazioni peggiori che un essere umano possa provare. Fortunatamente poi le persone sono molto discrete e tendono spesso a “soffrire in silenzio” piuttosto che manifestare violentemente il loro disagio. Salvo poi ricordarsene quando è il momento di scegliere il prossimo ristorante dove spendere il proprio denaro.

Di abbagliamenti diretti (e molesti) purtroppo ne sono pieni molti ristoranti. La causa è da ricercare proprio nell’assenza di uno studio illuminotecnico,

A parità di qualità dei piatti proposti, un ristorante senza abbagliamenti molesti vincerà sempre su uno che invece ha tenuto in scarsa considerazione questo aspetto. Cerchiamo di rendere meglio il concetto: chi pagherebbe anche un solo euro per restare del tempo seduto a un tavolo dove è costretto a stringere gli occhi per tutto il tempo? Per fortuna da tanti anni gli studi di lighting design come Lighting&Restaurants si concentrano sull’evitare, o perlomeno ridurre sensibilmente, gli abbagliamenti molesti. Negli ambienti della ristorazione questo approccio ha iniziato da poco a produrre notevoli risultati in termini di fidelizzazione della clientela. Non rimanete indietro!

Dobbiamo chiarire in maniera molto marcata un aspetto: garantire i valori numerici suggeriti dalle normative in termini di quantità di luce NON equivale a garantire la percezione di un negozio ben illuminato da parte di un cliente. Su questo aspetto “scivolano” ancora parecchie strategie di progettazione di un punto vendita, che si limitano a pensare: “Prodotti di marca, verifica illuminotecnica e il tema illuminazione del negozio è risolto!”

No, non funziona così. Convogliare la strategia di marketing in livelli di luce, controllo dei flussi delle sorgenti, flessibilità e personalizzazione delle soluzioni è proprio un altro lavoro.

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